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Quattro chiacchiere con l'autrice Lisa Pisani

Ci sono storie che devono essere raccontate per non bruciare dentro.


Non occorre essere un critico letterario per accorgersi subito che lo stile di Lisa Pisani è fuori dagli schemi. Innanzitutto ha ritmo. La sua prosa è come una cascata, frase dopo frase veniamo presi dalla corrente e scivoliamo sempre più rapidamente verso il prossimo capoverso. Forse vorresti fermarti, fare una pausa, ma non ce la fai.


E poi c'è quello che racconta. Il tema di fondo del suo esordio Un argine al mare è come ricevere un calcio in faccia quando meno te lo aspetti ma non abbiate paura: parliamo di quello shock che fa bene allo spirito e rimette in equilibrio le priorità della nostra vita.

Grazie mille Lisa per aver accettato questa intervista. Descrivi i tuoi libri come "passeggiate nell'anima". Quanto è terapeutico ripercorrere le tue esperienze di vita nella scrittura?

É catartico ripasseggiare lungo la strada della vita perché quel distacco, dono del tempo, ti permette di goderti il paesaggio con altri occhi. Nella lunga via ti consente di guarire le ferite e di dare un nuovo valore anche alla vita stessa, che assume un diverso e potente significato. Ne vale la pena!


Il tuo esordio letterario "Un argine al mare" parla di un lutto, il peggiore che esista, e di una successiva rinascita riscoprendo la vita. A chi consiglieresti questa lettura?

Consiglio "Un argine al mare" primariamente alle neomamme in lutto, a chi ha perso il proprio figlio, che sia stato all'inizio o al termine della gravidanza, nei primi anni di vita o quando era adulto. Il mio pensiero va soprattutto a loro e ai papà, ai quali spero che questo libro consegni una porta sulle emozioni della loro compagna. Ma non solo. Anche a tutti coloro che hanno smarrito il "senso" della vita, a chi soffre di depressione, a chi necessita di un punto di vista differente per guardare la propria esistenza. Ai tanti/tante araba fenice.


Il tuo ultimo libro "Il puzzle e l'uragano" è una raccolta di riflessioni scritte durante la quarantena. Quali emozioni ti auguri di suscitare nei lettori con quest'ultima opera?

Curiosità, interesse, empatia, ma soprattutto stupore. Spero che questo libro sia un viaggio nelle emozioni e che le mie parole siano ossigeno soprattutto per chi è rinchiuso nelle mura di casa a causa del Covid. Quello che mi auguro sempre mentre scrivo, è che il lettore mi senta accanto a sé quando si lascia condurre dalle mie parole.


Stai già scrivendo qualcosa di nuovo? Se sì vuoi anticiparci qualcosa?

Sto lavorando ad un nuovo libro autobiografico (ormai il mio genere di base) e ad un romanzo (il mio sogno da sempre). Il primo uscirà a breve, direi indicativamente inizio dell'anno prossimo, per il romanzo i miei lettori dovranno avere ancora un po' di pazienza.


Hai pubblicato da indipendente. Hai mai provato a proporre la tua scrittura ad un editore oppure hai semplicemente preferito la via dell'indipendenza?

Dopo essermi documentata a lungo ed aver anche consultato un legale, ho deciso di autopubblicarmi con Amazon per varie motivazioni: prima di tutto, le tematiche che affronto nei miei libri sono particolari e adesso le Case Editrici investono maggiormente su ciò che risulta "vendibile", come gialli o simili; poi volevo l'immediatezza e non sarebbe stato possibile con i tempi delle grosse compagnie, mentre con Amazon la mia famiglia ha ricevuto la prima versione del libro subito per Natale (avevo pubblicato il 9 Dicembre 2019). Ma ciò che mi aveva frenata erano anche i vincoli: io sono un'anima libera e volevo che lo fossero anche i miei scritti. Sono rimasti sicuramente più rustici ed imperfetti, ma sono originali.


Qual è la tua opinione rispetto ai premi letterari? Hai per caso qualche consiglio da dare ai giovani scrittori che vorrebbero partecipare ad una competizione di questo genere?

Il premio letterario lascia sempre un po' il tempo che trova e siamo in tanti a pensarlo, perché il rischio degli stessi è che si premino sempre "i soliti noti" o chi ha un contatto all'interno della giuria. Però tentare sempre, questo è il mio motto. Meglio vivere di rimorsi che rimpianti!


Alessandro Laterza ha recentemente pubblicato via Twitter "Essere scrittori è altro dal saper scrivere bene: è avere uno “stile”, un proprio uso di lessico, sintassi, figure retoriche, ecc. Trama, personaggi, soggetto sono marginali. Cerco lumi sulle scrittrici italiane contemporanee. Per mia lacuna mi fermo a Ginzburg e Morante. Grazie". Qual è stata la tua prima reazione leggendo queste parole?

Sono al tempo stesso d'accordo e contro. Mi spiego. Sono d'accordo sul fatto che nel panorama italiano manchino ormai da anni penne di alto livello, perché da lettrice sono perfettamente consapevole che il livello si sia abbassato notevolmente, frutto sia di un appiattimento culturale verso il basso, sia del costante sminuire l'importanza del sapere e dell'acculturarsi.

Diciamo una perdita di valori e conoscenze, che riscontriamo anche solo nei semplici partecipanti ai quiz televisivi. Quindi questo si riflette anche sulle fila degli scrittori o aspiranti tali.

E come ti dicevo prima, è importantissimo crearsi uno stile proprio e fare in modo che emerga dall'inchiostro, indipendentemente dalla trama.

Ma sono assolutamente contraria a relegare l'errore solo nelle fila femminili. Assolutamente no! Abbiamo testi mediocri anche nell'insieme maschile, eccome! E ti dirò di più: le cadute più sonore vengono da nomi blasonati, quasi tutti uomini.

Un consiglio ed una provocazione al Direttore Laterza: l'Italia è piena di scrittrici di talento, nascoste nelle mura di casa, che non appaiono in televisione e non sono figlie d'arte. Perché non andarle a scovarle? Chissà che tra quelle piccole realtà, la Casa Editrice non trovi la sua nuova Morante.


Passiamo ad alcune curiosità e partiamo dalla più banale da chiedere: qual è il tuo libro preferito e perché?

Il mio libro preferito? Che domandone! Sono una lettrice accanita, mangio più libri che biscotti! Calcola che leggendo almeno una decina di libri al mese, non potevi farmi domanda più complicata. Nomino un colosso, un Maestro: "La pazienza del ragno" di Andrea Camilleri.


Chi è il tuo più grande ammiratore?

Credo sia mio marito. Ma sullo stesso piano metterei mia sorella Paola. D'istinto sono i miei due fan più accaniti!


Che cosa fai nella vita quando non scrivi? Hai altre passioni?

Sono un perito meccatronico, fiera di appartenere ad una cerchia ristretta di donne in un settore quasi esclusivamente maschile. Lavoro come Commerciale e Responsabile Social presso Gisa Metal, una giovane Azienda di Piacenza. Non c'è dicotomia maggiore tra queste due mansioni. Eppure una alimenta e sostiene l'altra. Sono le mie due anime: una più concreta e logica, l'altra più leggera e sottile.


Grazie ancora per la disponibilità! Prima di salutarci: quale canale consigli ai lettori per seguirti? Facebook, Twitter, altro?

Ai miei lettori consiglio di seguirmi su Instagram, per avere una visione a 360° sulla mia vita. Ma sono anche su Facebook e Twitter (anche se confesso che quest'ultimo lo uso meno). Mi possono trovare digitando @lisapisani89.




Lisa Pisani è riuscita in un'impresa non da pochi. Ha sviscerato la tematica del lutto con energia. Dalle sue pagine, paradossalmente, esce ossigeno puro.

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